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Olio

Il nostro olio è ricavato dagli alberi di varietà Cellina di Nardò, colpiti, purtroppo, dal batterio Xylella. 

Amiamo i nostri alberi, perché sono stati piantati dai nostri padri e dai nostri nonni, e curati, coccolati per anni dalle nostre famiglie, come se fossero qualcuno di casa. E' sempre stata una gioia raccogliere le olive, aspettare il nuovo olio, assaggiarlo, alimentarsene. Metterci l'etichetta bio e condividerlo con gli altri. 

Ecco perché, quando gli alberi si sono ammalati a causa del batterio Xylella, e hanno cominciato a seccare, la tristezza ha invaso il nostro cuore, pensando a tutti i sacrifici fatti, alle annate buone e a quelle meno buone, alla bellezza del paesaggio verde e argento, che forse non tornerà più. E al perché debba essere proprio la nostra generazione ad assistere, impotente, alla distruzione di un patrimonio millenario. 

La varietà Cellina di Nardò, la nostra varietà autoctona di cui abbiamo oltre mille alberi, la maggior parte dei quali molto malati o già del tutto secchi, è, o dovremmo dire era, una risorsa davvero preziosa per il nostro territorio. Gli alberi, bellissimi, per secoli hanno regalato olive piccole e scure, dalle quali, negli ultimi decenni, i contadini avevano imparato a trarre un extravergine buonissimo: forte come il nostro sole, amaro, ma non troppo, piccante e pungente come la tramontana ad agosto.

Come quando si vede un amico o un fratello ammalarsi e soffrire, così negli anni abbiamo tentato, sperato, curato. Ma le cure, ahimè, non sono state sufficienti e allora abbiamo fatto semplicemente il meglio che potevamo: curare e coccolare gli alberi senza abbandonarli, eseguendo potature leggere, arature dei terreni, e soprattutto, com'è ovvio per noi, bandire totalmente la chimica e i pesticidi su di loro. Molti alberi li abbiamo persi (li sostituiremo, anche se ci vorrà tempo), ma molti altri, forse per l'amore che ci abbiamo messo, o forse solo per una coincidenza, sono ancora vivi. E finché ci resterà una speranza anche piccola, continueremo a coltivarli e a raccogliere le olive che vorranno offrire.

Questo spiega come mai, al momento, la nostra produzione di olio è minima e non abbiamo quantità sufficienti da permettere la vendita online. Non sappiamo come andrà a finire. Ma, finché potremo, non molleremo.

Per sapere cos'è il Co.di.ro (complesso del disseccamento rapido dell'olivo) che ha colpito il Salento dal 2012 ad oggi, clicca qui

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